Alta Via delle Dolomiti N° 2 (trekking)

Data 11-16 agosto Equipaggiamento Un cordino da 9 mm. lungo 5 metri, due moschettoni e caschetto.
Zona Da Passo Valles a Passo Croce d’Aune (seconda parte dell’Alta Via delle Leggende) Direttori gita Giandario Frigo – Giancarlo Canevarolo
Dislivello 4580 m in salita – 5160 m in discesa Orario partenza
Difficoltà EE Mezzo di trasporto Pullman

Introduzione

Siamo al quarto trekking consecutivo ripetendo, con successo inaspettato, le alte vie già percorse negli anni passati. A passo più ridotto visto gli acciacchi e l’età, ma pur sempre con spirito di avventura, visto il buon risultato dello scorso anno, percorreremo il secondo tratto dell’Alta Via n° 2, dal Valles a Croce D’Aune. Il percorso si svolge per pendii, pascoli, boschi e in prevalenza su terreno roccioso offrendo grande varietà di panorami e di caratteristiche geologiche. Un itinerario fatto su misura per chi ama il vagabondaggio d’alta quota passando di valle in valle per crinali e valichi, di rifugio in rifugio, in ambienti di bellezza selvaggia e incontaminata, ripagati da albe e tramonti che non trovano paragone.

Programma

    • Lunedì 11 agosto – 1ª tappa: da Passo Valles a Rif. Volpi al Mulaz.
      Dislivello: 900 m in salita – 430 m in discesa – Tempo di percorrenza: 7 ore con salita al Mulaz
      Discesi dal pullman riassetto zaini spuntino e partenza. Dal passo seguiamo il sent. n° 751 che sale il versante nord di cima Venegia giungendo all’omonima Forcella (2217 m). La cresta si fa terrosa, poi erbosa e porta ad una conca con laghetto, dove vive una colonia di marmotte. Ora traversiamo le pendici di Cima Venegiota toccando i passi Venegiota (2303 m) e dei Fochèt di Focobon (2291 m). Scendiamo per ghiaioni lungo i fianchi orientali del Mulàz e del Focobòn, da una conca nevosa si sale al Passo Arduini e attraversando un piccolo pianoro si giunge al rif. Volpi (2571 m). Facoltativa la salita alla cima del Mulàz (2901 m).
    • Martedì 12 agosto – 2ª tappa: dal Rif. Volpi al Rif. Pedrotti al Rosetta
      Dislivello: 760 m in salita – 750 m in discesa – Tempo di percorrenza: 6 ore
      Tappa di grande interesse “alpinistico”, in particolare sul prestigioso “Sentiero delle Faràngole”, ma ben attrezzato con corde fisse. Ma andiamo con ordine: dal rif. si sale brevemente per ripido ghiaione per il Passo Mulàz, prima di arrivare si prende un bivio a sinistra per sentiero n° 703 che porta alla Forcella Margherita (2655 m), sulla cresta settentrionale della cima di Focobòn. Rasentando le rocce e poi per sfasciumi e qualche lingua di neve, aiutati da una corda metallica, si giunge allo stupendo balcone roccioso del Passo delle Faràngole (2932 m), il punto più alto del tracciato. Scavalcata la forcella, si scende ripidamente, con l’aiuto di una corda metallica, nel sottostante circo di detriti e ad una conca che si restringe. Ora il tracciato piega bruscamente a sinistra fino a incrociare il sentiero 703 che in ripida discesa e poi in traversata esposta porta in Val delle Galline e infine al Pian dei Cantoni. Da qui in lieve salita raggiungiamo il rif. Pedrotti al Rosetta (2584 m), dove pernotteremo.
    • Mercoledì 13 agosto – 3ª tappa: Dal Rif. Rosetta al Rif. Treviso
      Dislivello: 330 m in salita – 1070 m in discesa – Tempo di percorrenza: 7 ore
      Dal rifugio prendiamo il sentiero 707/709, che in lieve salita ci porta sul grande altopiano della Pace, disseminato di gobbe e avvallamenti. Proseguendo ora per il sent. 709 arriviamo al Passo Pradidali Basso (2658 m), qui lasciamo il 709 che scende al rifugio omonimo e, sulla destra, imbocchiamo il sent. 708 che sale al passo della Fradusta (2870 m), subito dopo la forcella deviamo sulla destra per sentiero non numerato, attraversiamo la base del ghiacciaio fino al Passo delle Lede (2695 m). Giù dal passo subito a sinistra per sent. n°711, che scende nel Vallon Delle Lede. Lungo il tragitto incrociamo il bivacco Minanzio, (2250 m) e i resti di un aereo militare americano precipitato nel 1957. Il sentiero ora scende sfiorando le pareti rocciose fino a entrare su pendio scosceso di roccette e mughi. Al bivio di quota 1600 m, conviene tenere la sinistra che in breve ci porta oltre il torrente Canali, alla base delle numerose serpentine che conducono al rif. Treviso dove pernotteremo.
    • Giovedì 14 agosto – 4ª tappa: Dal Rif. Treviso al Rif. Passo Cereda
      Dislivello: 740 m in salita – 810 m in discesa – Tempo di percorrenza: 6 ore
      Il sentiero n°718 lascia il rifugio Treviso dirigendosi a sud e compiendo parecchi saliscendi fra cespugli, mughi e ripidi canaloni franosi entrando poi nel cupo Vallòn d’Oltro. A quota 1700 m, raggiungiamo il Tròi dei Tedeschi e si pieghiamo a sud est in direzione di un’alta forcella divisa da un caratteristico dente di roccia. A quota 1800 metri prendiamo a destra il sentiero del Passo Regade (2150 m), non numerato ma ben segnalato. Dal passo il sentiero gira a sud est, poi scende a zig zag per il costone delle bastie. A sud appaiono le moli imponenti del Piz de Sagròn e del Sass de Mura nelle Alpi Feltrine. Per stradicciola sterrata si raggiunge l’ampia sella verde del passo Cereda (1361 m) dove pernotteremo.
    • Venerdì 15 agosto – 5ª tappa: Dal passo Cereda al Bivacco Feltre Walter Bodo e rifugio Bruno Boz
      Dislivello: 950 m in salita – 500 m in discesa – Tempo di percorrenza: 7/8 ore
      Dal passo Cereda, prendiamo una strada sterrata che in leggera salita, tra prati ed estensioni di pino mugo, ci porta in località Casere (1415 m). Un sentiero sostituisce ora la strada facendoci entrare in una suggestiva e strana gola, che sale facilmente a ridosso delle pareti rocciose. Siamo sul sentiero dell’Intaiàda che corre a ridosso delle pareti su un’angusta cengia che taglia la parte orientale del Sasso Largo. Raggiunta la prima forcelletta si continua per altre cenge e altri varchi fino a raggiungere il fondo di un tetro canalone di detriti. In questo tratto esiste una buona attrezzatura fissa (corde metalliche e catene). Restando sulla sinistra, si sale il canale per circa 200 metri, raggiungendo il passo Comedòn (2067 m). Stiamo entrando nel magico mondo del Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi. Ora si scende per ghiaie fino al pittoresco Pian della Regina e, traversata l’oasi, si perviene al Bivacco Feltre “Walter Bodo” (1930 m). Dopo la sosta si continua sul sent. n° 801, lasciando sulla sinistra il sentiero 806 che scende al Lago della Stua e proseguendo sulla destra con vari saliscendi fra i massi e la bassa vegetazione, passando sotto le pareti contorte della Parete Piatta, e su costa erbosa si arriva al Col dei Bèchei (1960 m). Qui inizia il Tròi dei Casarini (molto stretto) che si dirige subito a ovest passando sotto le pareti selvagge del Sass de Mura. Rimanendo in quota il sentiero transita in luoghi assai severi, ma non difficili. Si prosegue sui pascoli da camosci in località Caserin e quindi si giunge al Pass de Mura (1867 m); seguendo a sud-ovest i paletti indicatori si giunge in breve al rifugio «Bruno Boz» (1718 m), dove riposeremo le nostre stanche membra.
    • Sabato 16 agosto – 6ª tappa: Dal Rif. Boz al Rif. Dal Piaz e Passo Croce D’Aune
      Dislivello: 900 m in salita – 1600 m in discesa – Tempo di percorrenza: 8 ore
      Niente male come giorno di rientro, 1600 metri in discesa con 900 metri in salita sono bazzecole per noi ormai abituati a questi tragitti. Ma andiamo con ordine: lasciato il rifugio Boz su sent. n° 801, dopo breve salita, arriviamo al passo della Finestra (1766 m). Superato il passo, ad un bivio, si prende a destra il sent. n° 801 che sale, stando sotto la cresta dello Zoccarè, entra e esce le varie insenature, mantenendosi piuttosto aereo. Oltrepassate alcune forcellette di cresta si sale ripidamente in direzione del Sasso di Scàrnia, mentre la visuale si allarga sulle Pale di S. Martino, a est sprofonda la cupa e selvaggia Val Canzòi. Alcuni gradini scalpellati nella roccia e una corda rendono più agevole un passaggio esposto mentre l’ambiente si fa impressionante, seppur non difficile. Aggirata la parete fra grandi macigni, si scende costeggiando uno strapiombo e al bivio lasciamo il sent. n° 803 che scende a Vignùi, proseguiamo sul n° 801 pervenendo sulla vecchia mulattiera militare che, oltre il ghiaione, porta alla sella (2205 m) a sud-ovest del monte Ramèzza. Su ripido pendio saliamo in val Noana, arriviamo a Busa delle Vette Grandi e poco dopo al rifugio Dal Piàz (1933 m) per una meritata sosta. Si riprende nuovamente il sent. n°801 che scende decisamente a sud tagliando i numerosi tornanti della strada, raggiungendo il Col dei Cavài (1472 m). A questo punto si esce dal Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi, si compie una curva ed infine ci si dirige a meridione giungendo sull’ampio valico di Passo Croce d’Aune (1015 m), fine delle nostre fatiche, ma speriamo pure soddisfatti di quest’altra esperienza.

N.B. Per poter riservare i posti nei rifugi è indispensabile effettuare la prenotazione entro giovedì 26 giugno con il versamento di un anticipo di € 50.00.

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